SunLife Scrapbook

We have a dream: un diario quasi quotidiano della vita "sotto il sole"


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Sant’Apollinare

E’ la quinta parrocchia, nell’ordine indicato nell’atto di Dorgodorio del 1278; l’unica a cui non fu applicata allora nessuna rendita, ne terreni.
Sorge nel rione più antico della città, dove è tradizione che Sassari abbia avuto la sua prima culla, ma anche l’origine di questa chiesa che si perde nella notte dei tempi.
Fu colpita dall’incendio la notte dal 13 al 14 dicembre 1651, crollò la chiesa antica  la quale fu ricostruita più ampia e rendendola più moderna, più nobile e preziosa di quella antica. Anche se la chiesa fu ingrandita quattro anni prima dell’incendio.
La facciata fu mantenuta perché è di stile gotico, fu riedificata nel XVII secolo e ricostruita nel 1906.
La storia misteriosa del crocifisso miracoloso, per la quale la Città di Sassari ha tanta venerazione, da tempo antichissimo. L’incendio avvenne per disattenzione del sagrestano nell’accendere le candele dell’altare, si sviluppò durante la notte improvviso e talmente violento che ben presto tutta la chiesa fu un rogo.
La nicchia fu carbonizzata e il prezioso simulacro del Salvatore fu trovato in parte bruciato, e in parte tizzoni.
Quando fu restaurata la chiesa di Sant’Apollinare, il simulacro fu affidato alle Monache Cappuccine, e collocato nel Coro prospiciente al presbiterio. E rimase per otto anni.
La tradizione vuole che questo Crocifisso toccasse miracolosamente le sponde di Porto Torres, dentro una grande cassa ermeticamente chiusa. L’arcivescovo ne prese possesso, e venne trasportata a Sassari sopra un carro a buoi, ma passando nella porta di Sant’Antonio, i buoi si fermarono ed allora capì che il Simulacro voleva essere collocato li. Da questa tradizione si deduce che il Crocifisso non può essere anteriore al 1441, anno in cui avvenne la traslazione della sede metropolitana da Torres a Sassari.
Il Cristo è nero, lucido, verniciato.

 

 

Anita


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Piazza Santa Caterina e la Guardia

E’ la cinquecentesca chiesa di Gesù e Maria, fu fondata nel 1278.
Dove ora sorge la statua di Domenica Alberto Azuni esisteva la vecchia chiesa di Santa Caterina, con gradinata verso la piazza. Lo spazio triangolare, fra le scalette e l’imbocco della Carra piccola, era chiamato Piazzetta di Santa Caterina.
Era il punto più nobile della città per il ritrovo dei signori, specialmente dopo  che vi fu aperto, verso il 1847, l’elegante Caffè Bossalino.
Al fianco della chiesa era un altro largo, per cui si accedeva al Palazzo Regio. Questa piazzetta era denominata del Governatore, ma più comunemente la Guardia, per la sentinella che vi era in permanenza da tempo antico.
La chiesa fu poi demolita nel 1853.

 

La vecchia chiesa di Santa Caterina                                                                   L’attuale chiesa di Santa Caterina

 

 

Anita