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We have a dream: un diario quasi quotidiano della vita "sotto il sole"

Porte della città

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La cinta pentagonale delle muraglie, fino alla metà del XVII secolo, aveva solo quattro porte di uscita. Fronteggiavano quasi i quattro punti cardinali; erano in origine munite di saracinesche e in seguito di battenti in legno, che si aprivano all’alba e si chiudevano dopo l’Ave Maria. Suonata la campana del ritiro, nessuno poteva più entrare in città; dormiva fuori.
Il custode, come udiva la campana di città, gridava per tre volte ad alta voce: – Chi resta, resta! – e chiudeva subito i due battenti. Dopo questa chiusura, tolleravano per un’oretta i soliti riguardi alle persone distinte, o a qualche contadino di ben nota moralità.
Nel 1924 ciascuna delle quattro porte aveva due serrature: una delle chiavi veniva custodita dal Podestà l’altra da una buona persona di Sassari.
Il guardiano (portorargiu) era incaricato di guardare dalla grata chi entrava.
Ma queste quattro porte, fin da tempo antico, erano quasi sempre in pessimo stato, e richiedevano continue riparazioni nel 1545, 1636, 1780.
Con il Decreto del 1526 il Vicerè ordinava ai guardiani delle porte della città di far pagare una multa, ed arrestare tutti quelli che entravano o uscivano dalla città da sota les portes, quando queste porte erano chiuse.
Nel luglio del 1840 il Municipio chiese il permesso di lasciar aperte le cinque porte della città per comodo del pubblico, specialmente per i campagnoli e per i viaggiatori.

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