SunLife Scrapbook

We have a dream: un diario quasi quotidiano della vita "sotto il sole"


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Porta Rosello

Era chiamata Porta Macello, si trovava nelle vicinanze del recinto dove si macellavano gli animali. Negli Statuti del 1295 si menzionava con il nome di Porta Gurusele.
Essa guardava la tramontana, verso la strada di Sorso.
Nel 1555 questa porta fu munita di nuove fortificazioni, forse costruito dopo l’assalto dato alla città dai francesi nel dicembre del 1527. Il Municipio, nel 1616, deliberò che questa porta venisse allargata.
Dal 1853 al 1854 la Porta Rosello venne demolita e di essa non rimangono oggi che i due fianchi.

 

Porta Nuova 

Questa porta fu aperta più tardi tre o quattro secoli dopo le sue compagne.
Nel 1613 il Consiglio deliberava di aprire una Porta Nuova nella Torre della Munizione, per evitare gli inconvenienti che potevano verificarsi attraversando l’orto di Monsignore per uscire da Porta Utzeri.
La Porta Nuova venne aperta per la comodità dei padri Gesuiti, i quali avevano più volte chiesto di aprire un’uscita nel proprio Collegio, verso la campagna (attuale giardino pubblico).
La Porta Nuova venne demolita nel 1874.


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Porta U’tzeri

Questa porta, conduceva alla chiesetta di Sant’Anna ed al convento di San Pietro, è una delle più antiche. Negli Statuti del 1294 è chiamata Porta de Utheri.
Si credeva che si ricevesse il battesimo dalle ulceri dei Leprosi, poiché anticamente tra la chiesa di Santa Elisabetta e quella di Santa Maria si trovava un Leprosario. E’ certo che si alludeva alle Acque della Rogna, non all’ospedale, che si trovava anticamente nelle vicinanze di San Pietro.
Secondo la storia della città, si credette che la porta prendesse il nome Utheri, perchè al di là si andava ad una villa o regione chiamata Usari di cui è menzionata anche negli Statuti (Sanctu Petru de Silki de Usari).
Anche nel Condaghe di San Pietro del 1120 si fa menzione di una vigna posta in Utheri, verso l’orto di San Pietro di Silki.
La porta era stata riedificata sotto il regime tedesco, ed il marmo fu rimosso quando l’isola passò di nuovo sotto Filippo V, nel 1717.
La porta Utzeri venne demolita nel 1857.

 

 


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Porte della città

La cinta pentagonale delle muraglie, fino alla metà del XVII secolo, aveva solo quattro porte di uscita. Fronteggiavano quasi i quattro punti cardinali; erano in origine munite di saracinesche e in seguito di battenti in legno, che si aprivano all’alba e si chiudevano dopo l’Ave Maria. Suonata la campana del ritiro, nessuno poteva più entrare in città; dormiva fuori.
Il custode, come udiva la campana di città, gridava per tre volte ad alta voce: – Chi resta, resta! – e chiudeva subito i due battenti. Dopo questa chiusura, tolleravano per un’oretta i soliti riguardi alle persone distinte, o a qualche contadino di ben nota moralità.
Nel 1924 ciascuna delle quattro porte aveva due serrature: una delle chiavi veniva custodita dal Podestà l’altra da una buona persona di Sassari.
Il guardiano (portorargiu) era incaricato di guardare dalla grata chi entrava.
Ma queste quattro porte, fin da tempo antico, erano quasi sempre in pessimo stato, e richiedevano continue riparazioni nel 1545, 1636, 1780.
Con il Decreto del 1526 il Vicerè ordinava ai guardiani delle porte della città di far pagare una multa, ed arrestare tutti quelli che entravano o uscivano dalla città da sota les portes, quando queste porte erano chiuse.
Nel luglio del 1840 il Municipio chiese il permesso di lasciar aperte le cinque porte della città per comodo del pubblico, specialmente per i campagnoli e per i viaggiatori.